Dal libro scritto nel 1951 dallo scrittore belga, il regista francese mette in scena un thriller psicologico contemporaneo sulla ricerca della giustizia e della verità per un insegnante di matematica innocente accusato dell’omicidio della figlia sedicenne di un amico, uccisa a casa sua. Giocato sul filo dell’ambiguità, il film è adatto a chi ama i gialli di atmosfera e si avvale della presenza di due ottimi attori. Guillaume Canet è perfetto nella parte del distaccato professore, e Charlotte Gainsburg interpreta senza sbavature una moglie tormentata e ancora innamorata. Il regista conosce il mestiere e si vede

La copertina del libro di Georges Simenon e del film di Benoît Jacquot

◆ La tensione di BATTISTA GARDONCINI *

Pierre e Cléa vivono in un paesino della provincia francese. Lui insegna matematica e a tempo perso studia la teoria delle probabilità, lei ha un negozio di ottica. A casa loro è ospite Belle, la disinibita figlia sedicenne di un’amica di lei. Ma una sera, mentre Cléa è a cena con gli amici e Pierre è chiuso nel seminterrato immerso nei suoi calcoli, la ragazza viene strangolata nella stanza al piano superiore. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito, e Pierre diventa il sospettato numero uno. A peggiorare la situazione è l’atteggiamento freddo con cui reagisce alla morte di Belle e risponde alle domande della polizia. Poco per volta si ritrova con l’intero paese contro, e anche la moglie è attanagliata dai dubbi. Ma sarà davvero lui il colpevole?

I due protagonisti del thriller psicologico del regista francese: Guillaume Canet e Charlotte Gainsburg

“Il  caso Belle Steiner“, del regista francese Benoît Jacquot, è ispirato da un noir scritto nel 1951 dal grande e prolifico scrittore belga Georges Simenon, già portato due volte sullo schermo in passato. A Simenon gli sceneggiatori hanno reso un singolare omaggio – il liceo dove Pierre insegna porta il suo nome – ma hanno trasposto la vicenda ai giorni nostri e non hanno seguito fino in fondo la trama originale: il loro finale è diverso da quello del libro.

Giocato com’è sul filo dell’ambiguità, “Il caso Belle Steiner” è un film adatto a chi ama i gialli di atmosfera e si avvale della presenza di due ottimi attori. Guillaume Canet è perfetto nella parte del distaccato professore, e Charlotte Gainsburg interpreta senza sbavature una moglie tormentata e ancora innamorata. Sono loro a reggere il peso del film e far passare in secondo piano qualche incongruenza sui metodi di indagine, oggi molto più perfezionati di quelli in uso ai tempi di Simenon. Quanto al regista, Benoît Jacquot conosce il mestiere e si vede.  La sua è stata una carriera di tutto rispetto, ma ultimamente si è trovato invischiato in una brutta storia di violenza sessuale sul set, che ha frenato in Francia la distribuzione del film. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

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Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.

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