Non c’è solo l’emergenza climatica tra i motivi per cui si dovrebbero mettere al bando i combustili fossili nei motori a scoppio. L’inquinamento atmosferico, a una densità intensa, così come avviene nella maggior parte delle città, è conseguenzadell’emissione nell’aria che respiriamo di una quantità eccessiva di veleni concentrati. La conseguenza? Solo nell’Unione europea, centinaia di migliaia di morti ogni anno. Uno strage di cui non ci accorgiamo, ma che sta proseguendo interrotta. Eppure basterebbe solo rientrare nei limiti indicati suggeriti dall’Oms. Ecco cosa dice l’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente. Se poi si sceglie il “fai-da–te” nel controllo dell’aria, ecco una app rivelatrice
► (Red) — Secondo l’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente, presentato in questi giorni al quarto Eu Clean Air Forum 2023 che si è tenuto a Rotterdam (Paesi Bassi), nell’Unione muoiono in. un anno oltre trecentomila cittadini solo per l’aria inquinata che respiriamo.
Nel report sono quantificati in 253mila i decessi in un solo anno che si sarebbero potuto evitare se le concentrazioni nell’aria di particolato fine, quelle particelle sospese che contengono metalli e altri veleni, fossero state semplicemente contenute nei limiti delle indicazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità. A questi vanno aggiunti 52 anni decessi, sempre solo in un anno, dovuti all’inquinamento da biossido di azoto, e altre ventimila morti che sarebbero causati dall’ozono. Particolato fine, biossido di azoto e ozono, sono i tre principali inquinanti atmosferici.
In base alle nuove stime sugli effetti per la salute umana, l’esposizione all’inquinamento atmosferico causa o aggrava alcune malattie quali il cancro al polmone, le cardiopatie, l’asma e il diabete. Eppure, le misure di contenimento dell’inquinamento nell’aria, che l’Unione europea ha già adottato nel nuovo secolo, hanno avuto effetto nel contenere questa strage, che altrimenti sarebbe stata di proporzioni ancora più tragiche.
Tra il 2005 e il 2021 infatti, secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, il numero di decessi nella Ue attribuibili al soloparticolato fineè diminuito del 41%. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare il principale rischio ambientale per la salute degli europei (seguito da altri fattori quali l’esposizione al rumore, alle sostanze chimiche e ai crescenti effetti sulla salute dovuti alle ondate di calore) ed è responsabile di malattie croniche e decessi, in particolare ovviamente nelle città e nelle aree urbane.
Questi dati confermano che l’inquinamento atmosferico rimane il primo problema per la salute tra quelli legati all’ambiente. Tra le patologie legate all’inquinamento atmosferico, il carico di malattia relativo all’esposizione al particolato fine (Pm2,5) è causato dalla cardiopatia ischemica, seguita da ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro al polmone e asma. Nel caso del biossido di azoto, il carico più elevato è dovuto a diabete mellito, seguito da ictus e asma.
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