In nome della “Transizione Energetica Senza Speculazione”, più di trenta associazioni lungo l’Appennino tosco-marchigiano-romagnolo si sono coalizzati per denunciare i rischi corsi dall’ambiente e dai territori locali se non vengono individuate con rigore le aree idonee ad ospitare impianti eolici e solari. La Regione Toscana sta discutendo un Disegno di legge per regolamentare la localizzazione dei nuovi impianti energetici sul proprio territorio. Le associazioni hanno scritto una lettera aperta all’assessora Monia Monni, titolare dell’assessorato all’Ambiente e prima firmataria del Ddl, e rivolgono un appello all’intera Giunta guidata dal presidente Eugenio Giani contro le speculazioni. Sperano di essere ascoltati
Nel Rapporto Ispra 2024 sul consumo di suolo, ricorda “Tess”, «le superfici assolutamente idonee all’installazione di impianti di produzione e di accumulo di energia da fonti rinnovabili sono disponibili in abbondanza. Un’amministrazione oculata e lungimirante dovrebbe perciò obbligare le società proponenti a rivolgere i loro progetti esclusivamente in quelle aree, impedendo le speculazioni ed evitando di impoverire il territorio, il suolo, la biodiversità e le economie locali». Dovrebbe inoltre incentivare alternative sostenibili, aggiungono le associazioni ambientaliste coalizzate, «come le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S.) rispetto all’eolico “gigante” (che avvantaggia solo le società proponenti senza alcun reale beneficio per l’ambiente e per la collettività), ed esigere congrue garanzie fideiussorie per il ripristino dello stato dei luoghi a fine vita degli impianti».