È stato tra i fondatori delle Liste Verdi, senatore eletto nella lista Insieme per l’Unione nel 2006, ha svolto un lavoro di giornalista e scrittore per lunghi anni. Ha curato i libretti “Mappe”, oggi reperibili sul sito di Europa Verde, con la complessità e completezza di un intellettuale anticonformista. Fondatore dell’Arcigay non ha avuto timore a scagliarsi contro la maternità surrogata. E ad esprimere profonda amarezza per l’involuzione militarista dei Verdi tedeschi ed europei, nati ecopacifisti


◆ Il ricordo di PAOLO GALLETTI

Gianpaolo Silvestri (primo a sinistra) ad una manifestazione dell’Arcigay con Franco Grillini (in primo piano) e Nichi Vendola (al centro con gli occhiali scuri); sotto il titolo, un suo primo piano

La profondità e l’indipendenza di pensiero di Gianpaolo ci mancano e ci servirebbero ora nel pieno delle guerre, della crisi climatica e ambientale e del restringersi degli spazi di democrazia. Una presenza scomoda ed anticonformista che i piccoli poteri temevano. Fondatore dell’arcigay non ha avuto timore a scagliarsi contro la maternità surrogata. Peraltro fuori dall’Italia in molti Paesi le sinistre la pensano così (questo non significa certo sostenere la legge manifesto delle destre italiane).

Ha partecipato alla fondazione delle Liste Verdi e ha svolto per lunghi anni un lavoro da giornalista e scrittore. Le sue introduzioni alla collana di libretti “Mappe”, oggi reperibili sul sito di Europa Verde archivio, (https://verdi.it/?s=Mappe) dimostrano la  complessità e completezza del suo pensiero. Una visione ecopacifista, europeista, animalista, per le medicine non convenzionali, per una società sostenibile. Impressionante, in una di queste mappe, un testo di Giorgio Gardiol sul reddito di cittadinanza. Siamo nei primi anni 2000, i cinque stelle al di là da venire. Ripubblicare questi suoi interventi sarebbe utile per tutti noi.

Con Gianpaolo abbiamo fatto, con poca fortuna, battaglie interne ai Verdi contro una certa deriva neoliberista. Aveva compiuto settanta anni. Dal 2006 al 2008 è stato senatore della Repubblica. Sua la legge per tutelare gli immigrati vittime di discriminazioni sessuali. Sua la battaglia per le medicine non convenzionali. Alla dissoluzione dei Verdi un suo breve transito in Sel. Esperienza per lui molto negativa. Di nuovo nei Verdi, responsabile diritti civili fino al 2017. Poi di nuovo l’emarginazione, perfino da Green Italia.

Pochi mesi fa mi esprimeva la sua profonda amarezza per l’involuzione militarista dei Verdi tedeschi ed europei, nati ecopacifisti. E per l’evidente insufficienza del soggetto politico verde italiano. Se mai qualcuno avesse interesse a capire, al di là delle forme organizzate, la forza del pensiero verde in Italia, sicuramente dovrebbe rileggere Gianpaolo. E se piccole dinamiche di piccoli poteri lo hanno messo da parte, ecco uno dei motivi della debolezza dell’ecologismo nel nostro Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fondatore delle Università Verdi e dei Verdi Italiani. Attivista ecologista fin dai primi anni 80, contro la centrale a carbone che si voleva costruire a Ravenna, per le energie rinnovabili, per l’agricoltura biologica promotore del referendum contro i pesticidi, per la difesa del mare adriatico contro gli allevamenti industriali. Consigliere regionale dei Verdi in Emilia Romagna, dal 1990 al 1994. Deputato dei Verdi, dal 1994 al 2001, promotore della prima legge per la mobilità ciclistica, e di norme per le mense biologiche nelle scuole, contro l’inquinamento acustico, per sviluppare la mobilità urbana su ferro. Scrive su riviste e blog su temi ecologisti. Fa parte del direttivo regionale di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica). Co-portavoce della Federazione dei Verdi-Europa Verde Emilia Romagna. Componente del Consiglio Federale della Federazione dei Verdi Italiani

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