“Quando le formiche fanno la fila il tempo si guasta”: speriamo che stavolta l’antica saggezza piemontese si sbagli. Persino Grillo cita Platone e l’eterno democristiano Rotondi lo ammette: «battiamo le mani alla nostra disfatta». In attesa del peana finale: “whatever it takes”…
La nota a margine di DANIELA TAGLIAFICO
¶¶¶ Dice un proverbio piemontese: “Quand le furmije a fan la procession, el temp a l’é pì nen bon”.
Le formiche dei partiti sono in fila nell’ufficio di Draghi. Ma, contrariamente al proverbio, speriamo che il tempo migliori.
Re Mario ascolta tutti, riconosce tutti (gli hanno fornito le cartelline con fotografie e nomi dei componenti le delegazioni. Lui che parla coi grandi del mondo, è lì che deve mostrare cordialità e rispetto a dei perfetti sconosciuti).
È paziente, cortese.
Un vero signore. Come scrive Ferruccio De Bortoli, «i palazzi romani non esercitato su di lui (romano) quel fascino perverso che trasfigurò “barbari” della Lega, aziendalisti di Forza Italia e persino assalitori con l’apriscatole. Come capo del governo italiano avrebbe un potere pari a una frazione di quel che ha già avuto nei suoi incarichi internazionali».
Le furmije lo sanno, ma ciò nonostante ostentano disinvoltura.
Stefano Benigni, 33 anni, deputato di “Cambiamo”, il più giovane ad affacciarsi al cospetto di re Mario, nella sala della Lupa: «non mi sono sentito in soggezione − assicura − Draghi è autorevole ma anche umile, trasmette calore umano».
Matteo Salvini: «è stato un confronto stimolante» (Lo sarà stato anche per Draghi, ci chiediamo?).
Gianfranco Rotondi, da vecchio democristiano, oggi Forza Italia, commenta con saggezza: «Draghi è una figura provvidenziale, ma rappresenta anche la nostra sconfitta. E infatti siamo tutti qua a battere le mani alla disfatta».
Beppe Grillo perde il pelo ma non il vizio. Prima suggerisce al presidente incaricato: «devi far fuori il killer pugnalatore seriale» (allusione a Renzi), poi, più tardi, decide di alzare il livello culturale e cita Platone: «non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro sì: voler accontentare tutti». Frase ad ampio spettro, come un farmaco.
Nicola Morra, ex quasi ammutinato del Bounty 5 stelle (e protagonista dell’atroce gaffe su Jole Santelli), che fino a ieri sparava pallettoni contro un governo con Draghi, chiosa sapiente: «Citare i filosofi, questa la via da seguire. La politica deve abbeverarsi alle fonti di cultura».
Non oso pensare cosa ci aspetta la prossima settimana. Anzi lo so: le furmije trangugeranno il rospo del governo tecnico/politico e faranno il peana di Draghi, “whatever it takes”… ♦ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Foto: sotto il titolo, il murale di TvBoy; al centro, supporter per Draghi davanti al Quirinale