Tra i film che hanno scalzato il nostrano “Vermiglio” dalla corsa agli Oscar, il film di Magnus von Horn è disponibile dal 24 gennaio sulla piattaforma Mubi in esclusiva. Il racconto del regista svedese su una donna che cerca tenerezza, ma cade nella violenza, riflette su una tematica sempre attuale e risonante. L’opera ammalia per la sua ricercatezza estetica e i ritratti sfaccettati di figure femminili controverse
◆ La recensione di GIULIA FAZIO
► Tra i candidati al miglior film straniero agli Oscar 2025 figura The Girl with the Needle di Magnus von Horn, opera che trae spunto dal caso di cronaca nera dell’omicida danese Dagmar Overbye e ne disegna intorno una storia di finzione. Il regista svedese ha creato un viaggio soffocante nella psiche della sua protagonista e dei personaggi satelliti, con un crescendo di disillusione e cinismo. Nell’angusta Copenaghen post Prima guerra mondiale, Karoline, impiegata in una fabbrica di tessuti, vive una vita umile e solitaria poiché il marito è disperso in guerra e lei fatica a provvedere a sé stessa. Quando inizia una relazione con il proprio capo, sembra realizzarsi per lei una nuova prospettiva. Ma la fiaba si spezza presto e, sedotta e abbandonata, la sua discesa sarà più ripida e violenta.
In questo racconto drammatico, la narrazione immerge lo spettatore nella crudele realtà vissuta dalla protagonista senza concedere possibilità di respiro. Si è sempre con Karoline, con il suo primo piano che inonda lo schermo e con il suo corpo immerso nell’appartamento soffocante e buio. E sono proprio le ombre e le alterazioni del volto a governare la messa in scena. Il tono dell’opera crea una morsa soffocante, una discesa negli inferi della povertà e del senso di colpa. Un film arthouse che mescola l’ipnotismo stridente del suono di Frederikke Hoffmeier a inquadrature che valorizzano la plasticità delle figure attraverso l’uso di un bianco e nero che ne esalta i contrasti.
Vic Carmen Sonne è magnetica nell’interpretazione di Karoline, una donna disillusa dalla feroce indifferenza del mondo e che ricerca conforto tra le braccia dei propri carnefici. La sua debolezza è solo un velo che toglie nella necessità, mostrando la tenacia e la perseveranza di chi lotta per emergere dalle difficoltà. Il suo volto incanta e il suo sguardo ammalia. Un personaggio femminile ben articolato in sceneggiatura e filmato con altrettanta capacità tecnica.
La visione di The Girl with the Needle è intensa, ponendo lo spettatore nella continua testimonianza di una brutale verità. La tematica dell’aborto resta un argomento di inesauribile racconto, perché sempre attuale e necessario. Il titolo rimanda alla scena cardine dell’opera: l’atto intrapreso dalla protagonista di interrompere una gravidanza con un ferro da maglia, puntando lo sguardo sulle conseguenze. Magnus von Horn confeziona un racconto che angoscia dall’inizio alla fine. Sul finale, forse, si accenna a un respiro. © RIPRODUZIONE RISERVATA