◆ L’articolo di ANNALISA ADAMO AYMONE, nostra inviata a New York
► Se la nostalgia degli italodiscendenti da tanto tempo in giro per il mondo avesse un volto oggi avrebbe il volto afroitalico di Lu, la protagonista di “Cussiah! Il più bell’albero”, cortometraggio realizzato da Mimmo Mongelli e presentato in anteprima a New York presso l’Istituto di cultura italiana dai responsabili del progetto Italea del ministero degli Esteri, dalla Regione Puglia e da ‘Puglia Promozione’ nell’ambito dei festeggiamenti del Columbus Day. Il progetto cinematografico individuato dalla Regione Puglia-Pugliesi nel mondo come lo strumento più idoneo per raccontare il fenomeno del turismo delle radici è un manifesto non solo alla bellezza magica ed ancestrale della Puglia ma un’opera che scardina l’idea tradizionale dell’italodiscente dando corpo e rappresentazione alla ricerca del senso di sé attraverso i luoghi e le leggende antropologicamente più significative, in un viaggio etico e morale di quello che Pasolini chiamava l’uomo antico, che “ha letto i classici, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi”. Di colui che – in definitiva – non sa cosa farsene di un mondo creato con violenza, dalla necessità della produzione e del consumo.
Il film “Cussiah!” se da un lato è un omaggio alla natura della Puglia, in particolare agli alberi monumentali (faggi, lecci, vallonee ed ulivi), silenziosi guardiani e figure protettrici della nostra vita, disseminati nelle campagne e nelle foreste secolari, dall’altra costruisce un nuovo mondo del ritorno attraverso la ricucitura con quella promessa infranta dalla diaspora e che nulla a che fare con le immagini patinate di una terra che resta profondamente autentica. Alla natura maestosa si affianca la pietra dei muretti a secco, delle case coloniche, delle caverne, dei trulli e dei pagliari, dei menhir e dei dolmen, quella massiccia o intagliata, quella intonsa o manipolata per centinaia di generazioni dalle genti che ad essa hanno legato la propria esistenza, affidandola all’eternità. I paesaggi rurali e arcaici diventano infine memoria ancestrale delle tradizioni, i nostri miti, le leggende, le storie dei popoli di Puglia, su cui l’umanità ha costruito il proprio sapere più profondo, forse misconosciuto, ma impossibile da annientare, perché molto della nostra conoscenza attuale non può prescindere da esso. Emergono così i suoi personaggi: San Michele Arcangelo, il Licantropo, Greguro e Margherita, la Grande Madre, il Cavaliere Templare, il Vampiro, i Monacelli, la Fata della Casa, la Masciara, San Giuseppe da Copertino, il Demonio e non ultimi i nostri Cari estinti, andati altrove.
Alla forza evocativa delle immagini si aggiungono le bellissime musiche di René Aubry, uno dei compositori più sofisticati e coinvolgenti dei nostri tempi. Le note di “Salento”, “Disparition”, “Eléphant Rose”, “Séduction”, “Noël aux Balcan” e “Lost” – solo per citarne alcune – si susseguono per tutta la durata del film suggellando l’amore di Aubry per la Puglia (che ha scelto questa terra come sua seconda casa) ed accompagnando i mille risvolti di una storia iniziata da molto lontano. Infatti Lu, giovane newyorkese, deve realizzare l’ultimo desiderio del padre, pugliese di quinta generazione: dissotterrare la capsula del tempo, che egli ha nascosto 40 anni prima, sotto “il più bell’albero”, durante il suo unico viaggio in Puglia. Le circostanze di una morte improvvisa dell’amato genitore, però lasciano sospesa la indicazione di quale sia “il più bell’albero”, custode del prezioso messaggio alla posterità.
Così Lu comincia la sua caccia al “tesoro”, accompagnata dall’omonima, coetanea, lontanissima parente, Lucrezia e da Ranieri, altro remoto giovane congiunto. Nel corso del viaggio per l’intera regione, da sud a nord, le regalità silvane, l’onnipresente presenza lapidea del territorio e del lavoro dell’uomo, nonché i personaggi magici, misteriosi, mitologici delle tradizioni folkloristiche, la scortano in un susseguirsi di eventi inaspettati e coinvolgenti, per un’esperienza indimenticabile, che la impianterà saldamente nelle sue origini paterne, ormai riconosciute pari a quelle altre, africane, materne. Il cast internazionale che impreziosisce il lavoro è costituito dalla protagonista Ellie May Todd, oltre a Andrew Sheldon, Mesicret Chimdi Fufa, Rascel Lamera e prestigiosi attori pugliesi, tra cui Alfredo Traversa, Nicola Eboli, Antonella Maddalena, Cinzia Clemente, Ivan dell’Edera, Vito Lopriore; nonché i giovani co-protagonisti Martina Ceglie e Michele Lobaccaro. La sceneggiatura scritta dallo stesso Mongelli insieme a Salvatore De Mola trova negli effetti speciali di Antonio Minelli, nella fotografia a cura di Angelo Stramaglia e Michele Di Fonzo, nei costumi di Rosa Lorusso, nella scenografia di Mattia Lorusso, nei trucchi di Carmen Siena e le acconciature di Radu Istudor una tessitura intrigante e di notevole eleganza narrativa.
Durante la presentazione in anteprima del cortometraggio “Cussiah!” la presenza di un’autorevole e calorosa rappresentanza della comunità di origini italiane statunitense ha sottolineato l’importanza sempre attuale di celebrare l’eredità culturale italiana emblematicamente rappresentata dalla figura di Colombo e di avviare sempre più numerosi viaggi del ritorno alla ricerca delle radici profonde nelle terre d’origine. La valorizzazione del ruolo della memoria, le storie di emigrazione, il sacrificio degli avi sono un fermo punto di riferimento per gli italo-discendenti nei cinque continenti ed in questa prospettiva l’opera realizzata dal regista Mimmo Mongelli contiene tutte le sfumature del fenomeno sotteso al turismo delle radici.
Vale la pena ricordare che la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti sono stimati dal ministero degli Esteri in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone e con flussi economici molto rilevanti (solo nel 2018 ha toccato i 4 miliardi di euro). Le singole traiettorie umane legate dalla ricerca sugli antenati costituiscono un fenomeno sociale e culturale in piena espansione capace di creare relazioni, economia e coinvolgere le comunità all’estero potenziando il circuito dei musei. In questa ottica è stata fortemente voluta dalla presidenza del Consiglio regionale pugliese la mostra fotografica denominata «La Puglia e i suoi musei. Un viaggio sentimentale» tenutasi dal 7 al 11 ottobre nel prestigiosissimo “Calandra Institute” di New York, diretto dal 2006 dal prof. Anthony Tamburri. Per tale esposizione e per la presentazione dell’omonimo volume pubblicato dalla casa editrice Sfera rientrante nella collana «Leggi la Puglia» della Presidenza del Consiglio della Regione Puglia con il supporto del Poli Biblio Museali, non poteva essere individuato luogo più rappresentativo ed iconico in considerazione del grande lavoro di ricerca e divulgazione della cultura italo-americana nonché sulla diaspora italiana svolto dall’Istituto fin dalla sua fondazione nel 1979. © RIPRODUZIONE RISERVATA