Per preservare le risorse biologiche marine lungo le proprie coste, la Regione Puglia nel 2023 ha emanato una legge vietando per tre anni prelievo raccolta e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare. Fino al 2026 i pugliesi possono comprare e mangiare solo ricci provenienti da altri mari. La Corte costituzionale l’ha ritenuta pienamente legittima e così è prevedibile l’aumento dei “predoni pugliesi” lungo le coste laziali. A meno che non si intensifico controlli e certificazioni regolari
► Brutte notizie per i ricci del mare laziale. Negli ultimi anni, infatti, le cronache hanno segnalato numerosi casi di pescatori abusivi, provenienti soprattutto dalla Puglia e dalla Sicilia, sorpresi e multati dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera di Civitavecchia con decine di migliaia di ricci prelevati illegalmente (il massimo sono 50 ricci a persona) nel mare di Civitavecchia e S. Marinella.
Pochi giorni fa la Corte costituzionale ha dichiarato questa legge pienamente (a parte un minimo rilievo formale) legittima, anzi necessaria per assicurare, in conformità al dettato comunitario, che «lo sfruttamento delle risorse biologiche marine vive ricostituisca e mantenga le popolazioni delle specie pescate al di sopra di livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile»; escludendo, peraltro, un’invasione delle competenze statali in quanto si tratta di disposizioni che, «in materia di pesca, producono l’effetto di elevare, in relazione a specifiche esigenze del territorio, il livello di tutela ambientale».