di Francisco de Almeida Dias, da Lisbona
⚈ «Perché la Rodriguez?». La domanda, in caratteri cubitali, appariva in un giornale italiano nel gennaio del 1970. Sì: perché mai una cantante portoghese – alias, una “cantante di fado e di folclore spagnolo” annunciata nei cartelloni, così giustificando in parte la “Z” nel Rodriguez, come ibericamente hanno insistito graffarla – faceva impazzire gli italiani? Amália Rodrigues (1920-1999), nell’auge della sua bellezza e delle sue capacità vocali, dopo averci cantato saltuariamente negli anni ‘50 e ’60, iniziava, con quei “Lunedì al Sistina” di Franco Fontana, un rapporto di vera e duratura passione con l’Italia. Da lì a poco registrerà “A una terra che amo”, avendo confessato più volte che questo era, in verità, il suo paese del cuore, anche se alla Francia doveva l’inizio del suo successo internazionale.

Questo è l’anno del centenario della nascita di Amalia. E, tale come è successo con Pessoa, ma per fortuna un po’ prima rispetto ai quarant’anni e passa che il poeta ha dovuto aspettare dopo la morte, la cantante comincia finalmente a essere riconosciuta per quello che è stata: la protagonista unica del grande rinnovamento della canzone nazionale portoghese. È lei che adotta il nero assoluto dei vestiti di scena, così come è lei a far diventare il fado una disciplina internazionale, grazie anche alla versatilità che ha saputo imprimere al repertorio dei suoi recital per il mondo, includendone folclore portoghese e musiche del canzoniere internazionale, per la quale è stata duramente criticata all’epoca.
Ed è stata ancora lei a compiere una vera e propria rivoluzione poetica, cantando i poeti della sua lingua, classici e contemporanei, a mo’ di fado, in un fraseggio musicale fatto con una cura quasi lirica, motivo del suo successo in ambienti classici, come al Lincoln Center o al Festival di Edimburgo, dove viene presentata come “mezzo soprano”. Inaugurata da poco, una mostra documentale alla Biblioteca Nazionale di Lisbona mette in risalto questo rapporto tra Amália e la grande poesia portoghese.